COME ROMPERE IL CRIMINALE BLOCCO STATUNITENTE, CON AZIONI POLITICHE ED ECONOMICHE CHE AIUTINO CUBA AD ESPORTARE E ATTRARRE INVESTITORI CAPACI DI ACCRESCERE IL SUO SVILUPPO ECONOMICO: AICEC LO FA! 



Intervista in esclusiva con Michele Curto, di AICEC (Agenzia per l'Interscambio Culturale ed Economico con Cuba)



1) Michele, spiegaci chi sei, cosa fai nella vita e come sei arrivato a legarti alla Rivoluzione ed al Popolo Cubano.

Preferisco parlare non di me ma di noi, quindi inizio dicendoti che siamo un gruppo di compagni e compagne giovani di Torino e tutti abbiamo vissuto l'esperienza della Sinistra sociale e della Sinistra diffusa. Negli anni abbiamo fatto tante cose. Io ho lavorato per molti anni con Libera a livello europeo, sono stato il direttore del suo desk Europeo e il Presidente della prima rete di organizzazioni non governative contro le mafie (FLARE, Freedom Legalite and Rights in Europe), portando con il contributo di tanti alla Direttiva Europea per la confisca e il riutilizzo a fini sociali dei patrimoni criminali insomma l'europeizzazione del sistema di beni confiscati italiani. Ci siamo occupati di rifugiati e migranti; ho vissuto in una comunità, il Dado di Settimo Torinese, che è stata la prima esperienza di auto-recupero abitativo della comunità Rom romena in Italia; sono stato in Erasmus in Polonia nel 2003 e nel 2005, ho ideato il treno della Memoria che grazie al lavoro di tanti giovani ha portato quasi 70000 ragazzi a visitare il campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau negli ultimi 16 anni da tante diverse regioni italiane; abbiamo occupato nel 2015 la Caserma di via Asti a Torino, era il luogo dove i fascisti e nazisti torturano i partigiani e che purtroppo era stato abbandonato allo stato di degrado, l'abbiamo utilizzata per quasi un anno, recuperandola e riaprendola alla Città, che si è riappropriata di un luogo importantissimo della sua storia, facendo un grande lavoro con persone ed organizzazioni di diverse culture politiche della sinistra e del cattolicesimo popolare. E' stata una esperienza bellissima poi terminata con uno sgombero della polizia. Queste sono alcune delle esperienze che abbiamo fatto in questi anni.


2) Parlaci delle vostre organizzazioni chi siete, cosa fate e come è nato il vostro rapporto con Cuba.


Considerando il fatto che noi siamo un esperienza collettiva, ti racconto che molti dei nostri genitori hanno avuto dei background importantissimi con Cuba, con contatti forti, uno dei più importanti sicuramente è quello del padre di uno dei nostri soci fondatori Roberto Forte. Il padre di Roberto, Renato Forte, è stato per tanti anni il responsabile esteri nella segreteria della CGIL. Facendo cose molto importanti, da sostenere i primi scioperi sindacali nella Spagna franchista, ad appoggiare la crescita di Lula nel sindacato Brasiliano. E’ stata una delle prime persone in contatto con la rivoluzione cubana per progetti di Cooperazione, in particolare va ricordata la creazione della scuola di conservazione della città di Santiago de Cuba (La Ugo Luisi) che oggi forma quasi tutti i restauratori della parte orientale di Cuba e cura il Cimitero Santa Efigenia dove sono conservate le spoglie di Jose Martì, Mariana Grajales e Fidel Castro. Fra i tanti progetti realizzati va ricordato il cosiddetto “Corte Orizontal” che ha portato all'importantissima innovazione dell'aratro introdotta da Cuba a metà degli anni 90, quando è stata costretta al ritorno alla trazione animale nell'agricoltura a causa del cosiddetto Periodo Especial. Questa innovazione sviluppata in collaborazione con l'Italia, è finita in tantissimi paesi latinoamericani. Renato Forte ha anche partecipato all'organizzazione della visita del Comandante Fidel Castro in occasione del vertice della FAO del 1996. Il background di queste persone è stato imprescindibile nella nostra formazione e nel legame che abbiamo sviluppato con Cuba. Il nostro diretto rapporto con Cuba è iniziato nel 2011, quando dopo essermi candidato alle primarie del centrosinistra per la scelta del sindaco di Torino e poi in consiglio comunale, divengo il capogruppo di SEL (Sinistra Ecologia e Libertà) e segretario provinciale del partito. Mi ricordo che l'allora Sindaco Piero Fassino intendeva dare la cittadinanza onoraria alla nota “dissidente prezzolata” Yohani Sanchez, cosa su cui io ero completamente contrario in quanto sarebbe stato proprio un grave errore. Sono riuscito attraverso diverse azioni ad impedire di fatto al consiglio comunale di votare l'atto proprio mentre la Sanchez era a Torino (contestata dagli amici dell’Associazione di Amicizia Italia-Cuba) ed aspettava di ricevere questa famosa cittadinanza onoraria che fortunatamente per la mia Città non è stata mai concessa. Qualche giorno dopo fui chiamato dall'Ambasciata di Cuba dal Consigliere Politico che era venuto a sapere di queste cose, mi volle ringraziare personalmente. Sinceramente mai mi sarei aspettato una chiamata e non avevo esperienza nella relazione con le istituzioni cubane. Espressi la volontà di tornare a Cuba, visto che c'ero già stato nel 2011 e così l'Ambasciata mi aiutò ad organizzare questo viaggio. Ovviamente a Cuba in quell'occasione potei incontrare in particolare l'ICAP e l'allora Presidente Kenia Serrano. Inoltre conobbi quello che posso chiamare più di un fratello, compagno di vita, che è Roberto Rodriguez che oggi lavora con noi a l'Avana. Conobbi anche Yamila Pita del Comitato Centrale del PCC e tutti loro mi spiegarono l'attualizzazione del modello economico. Trovai cose di enorme interesse per chi come me aveva studiato economia in Polonia, paese che tra l'altro aveva distrutto il suo stato sociale in nome del neoliberismo e quindi trovai interessantissimo questo processo riformatore nella continuità della Rivoluzione. Espressi il nostro interesse per provare a contribuire, cercando di dare una mano. Mi furono presentati i responsabili dell'ANEC, Associazione Nazionale degli Economisti e Ragionieri di Cuba ed il direttore di ProCuba Roberto Verrier Castro, Centro per la Promozione del Commercio Estero e degli Investimento Stranieri di Cuba del Ministero del Commercio Estero dell’Isola. Con loro abbiamo organizzato tanti eventi in Italia, come il convegno a Torino che si chiamava Rivoluzione Cuba, in collaborazione con la Camera di Commercio di Torino proprio dedicandolo alla costruzione di relazioni culturali ed economiche fra Italia-Cuba. Ma prima che cominciasse questo evento, nel 2015 facciamo nascere, AICEC, Agenzia di Interscambio Culturale ed Economico con Cuba nella forma di un’associazione senza scopo di lucro. Il nostro nome già racchiude di per sè le nostre intenzioni ed il nostro lavoro. Abbiamo un protocollo d'Intesa autonomo, come AICEC, con l’ICAP (Istituto de Amistad con los Pueblos) dal 2016, perchè l’ICAP riconosce la nostra specificità nella galassia dell’amicizia e solidarietà con Cuba. Noi stessi pur riconoscendo il valore storico e tradizionale dell'Associazione di Amicizia Italia-Cuba (a cui diversi di noi sono iscritti), abbiamo deciso da subito di costituire un’organizzazione autonoma, di fatto un nostro esperimento, cioè quello di un'organizzazione d'amicizia che però intende appoggiare Cuba in quello che noi consideriamo una priorità sviluppando e applicando professionalità specifiche, ed evitando che questo lavoro venga svolto da persone o organizzazioni che non abbiano nei confronti di Cuba e della sua Rivoluzione il rispetto e l’amicizia che merita. Per questo lo specifico di AICEC è sostenere il processo che i cubani definiscono de “actualización de la economia cubana”. Partendo sempre dalle priorità di Cuba, ed avendo l'isola uno sbilancio commerciale molto importante, fra importazioni ed esportazioni ci siamo profondamente differenziati dai players economici classici in particolare italiani che operano a Cuba, imprese importatrici che indebitano il paese, concentrandoci già dal 2016 nel promuovere Cuba come destinazione per investimenti finalizzati a sostituire importazioni, rafforzare il tessuto economico locale di Cuba e aprire opportunità per esportare prodotti cubani nel mondo. Non abbiamo mai portato a Cuba un'impresa senza averle fatto i raggi X rispetto a dove veniva il suo capitale sociale e quali fossero i suoi interessi ed intenzioni. Consegnando ai nostri partner cubani report professionali per capire chi avessero di fronte e lasciando ovviamente a loro la scelta di se e come proseguire. Dopo l'ICAP questo approccio è stato riconosciuto da ProCuba, del quale siamo diventati dal 2016 l’organizzazione omologa per l'Italia e quindi dal Mincex (ministero del Commercio Estero e degli investimenti stranieri). Sempre invece abbiamo potuto contare sulla vicinanza dell’Ambasciata di Cuba in Italia, ed in particolare in questo momento dove questa, grazie all’impulso dell’attuale ambasciatore Jose Carlos Rodriguez Ruiz ha sviluppato una strategia specifica e molto apprezzabile sulla creazione di un puente empresarial (ponte inprenditoriale) fra Cuba e Italia, e in un’ottica di grande modernità di sviluppo locale integrado fra regioni italiane e province cubane. Questo è stato l'inizio del nostro percorso che abbiamo cercato coerentemente di portare avanti. Nel 2017 facciamo nascere AICEC srl con l’obiettivo di offrire consulenza professionale ai Gruppi e alle imprese con cui lavoriamo. Parte dei ricavi di AICEC srl finanziano l’attività di AICEC associazione. Oggi abbiamo un’ufficio qui a Torino, accompagniamo imprese importanti, spesso leader dei loro mercati, con progetti giudicati dai loro partner cubani come di grande interesse per il paese. Nel cammino verso l'investimento a Cuba, disegniamo il progetto insieme all’impresa, garantendo competenze e knowhow. Ed è per questo apporto che veniamo pagati e considerati dalle imprese italiane senza alcun costo per Cuba. Dal 2017 abbiamo un’alleanza strategica con il Centro per la Tecnologia Avanzata di Cuba, contrattando i nostri servizi professionali sull'isola con un modello completamente innovativo che applica le tecnologie più avanzate e la continua innovazione di processo a progetti di investimento per la crescita economica. Ed è così che Roberto Rodriguez, uno dei responsabili del Centro, che prima aveva lavorato all'Icap, è diventato il nostro riferimento per parte cubana. In realtà noi non siamo imprenditori, non ci vediamo cosi, noi siamo lavoratori che mettono in pratica il proprio sogno: mettere a disposizione le proprie professionalità per Cuba, dando il proprio contributo allo sviluppo e all'avanzamento della Rivoluzione. Questo pensiamo sia possibile perchè il modello che abbiamo ideato e sperimentato oggi è riconosciuto come utile da tutte le parti coinvolte e sopratutto sostenibile dalle imprese italiane. Vi faccio un’esempio: Nel 2019, abbiamo realizzato la co-produzione di vernice fatta fra l’impresa nazionale delle pitture Vitral e una delle imprese leader in Italia nel mercato delle pitture in partnership con una impresa storicamente radicata a Cuba. E' stata una cosa di enorme importanza perché hanno prodotto localmente 3,5 milioni di litri di pittura destinati all’Avana nel suo 500ario. E' stato fra i più importanti contratti italiani a Cuba nel 2019, si è trattato sostanzialmente di una produzione fatta in impianti cubani insieme a tecnici italiani con formulazione di alta qualità che l'impresa italiana ha messo a disposizione gratuitamente all'impresa cubana, utilizzando tutte le materie prime nazionali disponibili a Cuba e importando le altre attraverso la supply-chain dell’impresa italiana quindi a costi competitivi. Insomma invece di importare un prodotto terminato, si è importato le materie prime non disponibili sull’isola, un enorme salto di qualità coerente con la buona strategia economica del paese. Risultato: rispetto ai prezzi d'importazione delle stesse pitture, questa produzione ha fatto risparmiare a Cuba svariati milioni di euro. L’ideazione, la progettazione, e la creazione delle complesse condizioni perchè questo si potesse realizzare è stato lavoro di AICEC srl. Questo progetto di coproduzione ha rappresentato oltre che un ponte imprenditoriale importante fra Cuba e Italia con reciproca utilità e scambio di conoscenze e knowhow, l’anteprima di un possibile importante investimento produttivo sull’isola. Speriamo quindi di poter arrivare a molti altri progetti come questo: fare a Cuba, sostituendo importazioni o permettendo a Cuba di produrre prodottti finiti di qualità da esportare. Insomma vogliamo creare legami culturali ed economici e quindi politici come succede fra tutti i paesi del mondo, questo è il nostro obiettivo.

3) Quali sono le attività di solidarietà che svolgete a Cuba e che tipo di collaborazioni hai stretto con le istituzioni cubane?

Diciamo che insieme alla promozione degli investimenti e accompagnamento degli stessi , facciamo un doppio lavoro cioè quello dedicato appunto ai legami culturali tra Italia e Cuba. Abbiamo fatto nascere immediatamente una Brigata giovanile, chiamata “Gino Donè Paro”, che va tutti gli anni a Cuba, eccetto nel 2020 a causa del Covid, per promuovere iniziative di scambio culturale. Per esempio una di queste si chiamava “CalleItalia”, un'iniziativa culturale- culinaria in cui, animiamo una strada in accordo con i governi locali di Santiago, Baracoa, Guantanamo. Aprendo dei banchetti in mezzo alla strada dove il popolo cubano può provare la nostra tradizione gastronomica con prodotti donati da imprese ed enti locali e cucinati dagli stessi giovani volontari (i partecipanti alla Brigada appunto). Un’iniziativa che ha avuto un’importantissimo impatto con i governi locali e fra la gente, creando attraverso la cucina, quel legame e quell'amicizia culturale che lega popoli fraterni. Questi legami ci hanno portato nel 2019 a animare Avenida Galliano (Avenida Italia appunto), nel cuore dell’Avana. Un’esperienza indimenticabile per noi ma pensiamo anche per i capitolini. Dove per 3 giorni oltre 100.000 persone a sera (secondo le fonti della polizia cubana) hanno partecipato ad un festival sui sapori, i suoni e la cultura italiane. Questo sotto il cielo “stellato” e illuminato dalle Luci di Artista prestate dalla Città di Torino e con la musica di Carmen Consoli, della Camerata Romeau, dell’orchestra e dei ballerini della Notte della Taranta e molti altri. Un’esperienza unica che ci è valso un’importante riconoscimento da parte del Governo dell’Avana ma sopratutto un grande responsabilità e impegno per il futuro. A questa iniziativa hanno partecipato anche molte delle aziende con cui collaboriamo. Determinante è stato oltre alla incredibile disponibilità ed amicizia del governo dell’Avana e della a struttura del cinquecentenario, la relazione con la Oficina de el Historiador e con l’ambasciata d’Italia a Cuba e cubana in Italia. Culturale ed economico nel rispetto di Cuba sono due gambe di una stessa strategia.





4) Il genocida blocco economico e finanziario degli Stati Uniti contro la Rivoluzione ed il Popolo Cubano colpisce indistintamente e ferocemente tutti i settori della società civile cubana, dall'economia, alla cultura, alla scienza e alla sanità. Tu importi prodotti cubani direttamente dai produttori individuali cubani, e dalle cooperative in Italia. Come è nata questa idee e quali scopi ed obiettivi volete raggiungere e soprattutto in che modo riuscite a contribuire alla rottura del blocco con queste attività?

Con il peggioramento del quadro del blocco economico finanziario, per l'applicazione del titolo III della Legge Helms-Burton e l'indurimento delle sanzioni finanziarie, in particolare, per le multe intimidatorie ad alcuni Istituti bancari italiani, ci siamo resi conto che era necessario sviluppare una professionalità specifica sul tema del blocco. Il Blocco Economico è una misura inaccettabile per Cuba, il suo governo e il suo popolo ma anche assolutamente illegale da un punto di vista del diritto internazionale e del diritto ai liberi scambi commerciali. Si tratta di una intimidazione a mezzo normativo unilaterale a popoli, aziende e governi. Va sempre ricordato che l’Unione Europea ha uno speciale sistema di normative e direttive per contrastare il blocco, denominato Estatuto de Bloqueo, che per quanto poco conosciuto e promosso esiste e chiarisce giuridicamente l’inacettabilità del Bloqueo per l’Unione Europea e il diritto per i soggetti Europei e cubani a sviluppare i rapporti economici e commerciali. Collaboriamo con imprese grandi e piccole, e ci siamo dotati dal 2017 di un braccio operativo diretto la Hecho en Italia controllata completamente. Nel 2019, proprio per il peggioramento delle condizioni stabilite dal blocco, questa nostra azienda è andata trasformandosi e specializzandosi, diventando di fatto un’esportatore da Cuba, fino a diventare attualmente uno dei principali soggetti esportatori di prodotti cubani in Italia. In questo ha cercato di svolgere un ruolo di studio e apertura di nuovi mercati. I prodotti tipici cubani esportati fino ad oggi in Italia sono stati sigari, Rum, tabacco, mentre noi lavoriamo su prodotti di alta qualità ma decisamente meno conosciuti, addirittura a volte che arrivano in Italia per la prima volta come come lo zucchero biologico, il miele, il torrone di manì, la frutta fresca cubana, il cacao. Il lavoro che facciamo conta sull'appoggio delle istituzioni cubane competenti, in particolare della importantissima visione della Camera di Commercio guidata dal Presidente Antonio Carricarte, dell’ambasciata di Cuba in Italia e del Mincex. Tutta l’isola sta facendo grandi sforzi per aumentare le sue esportazioni, in un momento in cui Cuba a causa del Covid e del Bloqueo sta vivendo la peggiore crisi economica dopo la caduta del campo socialista. In questo quello che riteniamo più importante è cercare di aprire spazi di mercato su prodotti pressoché sconosciuti in Italia ma di grande valore, ovviamente facendo un lavoro di modellizzazione e quindi di ciò che a Cuba è conosciuta come mercato-tecnica, cioè intelligenza commerciale e lavorando su una strategia insieme alle imprese cubane. Esportare per la prima volta il miele cubano in vasetti in Italia non è una cosa banale, così come ad esempio l’avocado cubano: una frutta fresca, deperibile e poco conosciuta nella forma caribeña. Proprio per questo è nato “Sano Giusto e Solidale”. Molto piu di un canale di vendita, infatti si tratta di una vera e propria rete di solidarietà, dove i nostri sforzi si uniscono a quelli di associazioni di cubani residenti in Italia appartenenti al Conaci e a tante associazioni e circoli di Amici di Cuba. Sono quasi 30 ad oggi sparse su tutto il territorio nazionale e già per l’estate si aggiungeranno i primi in Europa in Spagna, Francia, Germania e Austria. Nei fatti una rete di acquisto solidale, fatta di persone che scelgono di mangiare e consumare buoni prodotti della terra cubana, pagati equamente in origine. Un aiuto vero e un modo concreto di attaccare il Bloqueo, dimostrando che insieme possiamo renderlo inefficace! Questo lavoro è stato accompagnato dalla nascita della prima marca di prodotti cubani interprodotto che è “Cuba Tierra Libre”. Lo sforzo fatto è stato quello di creare una marca trasversale fra i prodotti dell’Agroforestale di Cuba (Cacao, Caffe, miele), del Gruppo Agricolo (frutta fresca e derivati) e del Gruppo dello Zucchero, che lavorasse proprio sull'identità di Cuba e ne rinforzasse l'immaginario in prodotti alternativi, belli e buoni e nel limite del possibile a prezzi accessibili. Si tratta di prodotti che abbiamo “ingegnerizzato” insieme ai produttori cubani, produttori individuali, cooperative, gruppi ed imprese dello stato cubano. Tracciati per tutta la filiera, liberi da contaminazioni e spesso certificati biologici e fairtrade, preparati in packaging all’altezza e in possesso di tutte le autorizzazioni di legge. Prodotti che acquisiscono valore attraverso l’utilizzo di nuove tecnologie, i prodotti CubaTierraLibre sono i primi prodotti cubani a riportare il codice QR per la tracciabilità del prodotto. Piccole cose che però difendono l’idea di Cuba per quello che è veramente: un luogo di saperi, conoscenze e innovazione grazie alla sua Rivoluzione. Questi risultati li abbiamo ottenuti in stretta collaborazione con CETA, il centro di tecnologia avanzata di Cuba con cui lavoriamo da 5 anni, azienda di proprietà del Politecnico dell’Avana (CUJAE) e scelta dal nuovo Presidente Miguel Diaz Canel come una delle imprese di tecnologia dell’isola. Cuba è cresciuta ma deve sicuramente raggiungere ancora altri obiettivi e continuare a crescere, la nuova normativa che permette l’esportazione diretta di produttori individuali è molto interessante così come la riunificazione monetaria, ma c’è ancora strada da fare insieme. Siamo orgogliosi di essere stati i primi in assoluto ad esportare un prodotto da un produttore individuale (l’Avocado Catalina appunto), o un prodotto alimentare elaborato da un’artigiano particulares (il turrón de mani), ma vogliamo che arrivi altra frutta e prodotti e spesso questo non è facile, dobbiamo moltiplicare i nostri sforzi ed il nostro impegno. Questi modelli e queste esperienze le consideriamo altamente importanti perché comunque aprono mercati, disegnano strategie. Non a caso, danno abbastanza fastidio ai gusanos, è incredibile notare quanta attenzione e impegno sprecano per cercare di screditare cose che sarebbero normali per qualunque paese al mondo: l'esportazione di Avocado Catalina verso l'Italia, l'esportazione del miele e del cioccolato per un canale solidale. Tutto ciò ovviamente perchè rompe l'immaginario infimo e finto che loro stessi vorrebbero dare, cioè quello di una Cuba da cui non è possibile esportare nel mondo, una Cuba che non dà possibilità di sviluppo ai suoi produttori, una Cuba, non come sappiamo bene, strozzata dal bloqueo, ma dal suo sistema socialista. Sappiamo che a volte per alcuni amici della solidarietà, abituati forse a una solidarietà squisitamente politica, (cosa che noi tra l’altro non disdegnamo affatto ma pratichiamo insieme a questo lavoro), possa essere complicato, non immediato percepire la forza delle cose che facciamo e che vorremmo fare insieme ma è necessario per tutti appoggiare Cuba e la sua Rivoluzione in tal senso!. Per questa visione tanto importante in questo momento è stata determinante la relazione con l’Istituto cubano de Amistad con los Pueblos (ICAP) e la sua guida Fernando. Cuba ha certamente nemici potenti, ma anche una diffusa e coraggiosa rete di amici di cui ci onora far parte.






Ritornando alla solidarietà politica, in questi anni comunque abbiamo continuato a fare cose anche da questo punto di vista. Ci sono alcuni momenti, che io ci tengo a ricordare. La Brigata giovanile Gino Donè non ha mai smesso di lavorare e ci ha permesso di creare un gruppo significativo di giovani che solidarizza con Cuba e lavora sul territorio. Portatori di nuovi linguaggi, nuove maniere di fare. Quando morì il Comandante Fidel Castro, considerate le nefandezze scritte da una parte della stampa italiana, i ragazzi della Gino Donè decisero di mettersi intorno al corpo la bandiera gigante, intrufolarsi nella Mole Antonelliana di Torino, bloccare l’ascensore della Mole e calare un lunghissimo bandierone di 36 metri che diceva Hasta Siempre Fidel!. L'anno successivo, lavorando con il circolo di Italia Cuba della Val di Susa, siamo riusciti ad ottenere che i tre comuni che si trovano sul Monte Arpone e il Colle del Lis, un luogo importantissimo per la storia del nostro territorio perchè li ci fu la più grave strage nazifascista in montagna, riconoscessero la cima del Monte come toponimo di Pico Fidel. E' nato così il primo toponimo dedicato al Comandante Fidel Castro fuori da Cuba. Oggi sulla cima del Pico Fidel alla stessa altezza della Comandancia in Cuba sul Pico Turquino e orientata esattamente una di fronte all’altra vi è una tavola di Caguairan (il durissimo ebano cubano a cui il popolo di Cuba paragonava il Comandante Fidel). Durante il Covid, dopo aver ricevuto notizia dell’imminente arrivo di una Brigada Medica in Lombardia, abbiamo proposto al Presidente della Regione Piemonte di fare attraverso l’ambasciata di Cuba in Italia un’analoga richiesta al Ministero della Salute Pubblica di Cuba. La richiesta è stata accettata e grazie all’appoggio di alcune delle imprese con le quali collaboriamo che hanno sostenuto i costi dell’aereo speciale, il 13 di aprile 38 medici e paramedici cubani sono arrivati a Torino. Sentendoci responsabili per quel gesto di enorme amore e disponibilità, che vale piu di mille parole, ci è sembrato doveroso metterci a loro totale disposizione. Abbiamo così costituito a partire della Brigada Gino Donè e con l’appoggio di altre organizzazioni della solidarietà con cui collaboriamo stabilmente quali il Centro Studi Italia-Cuba e il Collettivo Cubavà un nucleo di Croce Rossa volontario costituito da oltre 30 volontari mediatori e interpreti. Molti di noi sono quindi stati impiegati per i tre mesi di presenza della Brigada Henri Reeve a Torino al fianco dei medici e paramedici cubani nella Zona Rossa dell’Ospedale Covid delle OGR. Per Torino è stata un'esperienza di enorme importanza con un grandissimo impatto che ci ha permesso di fare grandi passi in avanti. Per molti di noi un’esperienza umana e professionale travolgente, che ci ha segnato per sempre. Nell'occasione dei momenti di ringraziamento e saluto in occasione della partenza della Brigada come AICEC abbiamo ricevuto il patrocinio del Comune di Torino e della Regione Piemonte, collaborando con l’Ambasciata di Cuba in Italia con la quale abbiamo lavorato in ottima sincronia, e potendo contare con l’appoggio delle Associazioni e organizzazioni amiche: il Conaci, Centro Studi Italia Cuba, il Collettivo Cubava, l’Associazione di Amicizia Italia-Cuba. Organizzando il bellissimo pranzo per 400 persone al Parco Luigi Berlinguer. Il primo evento collettivo dopo la prima ondata del Covid, in totale sicurezza, a cui hanno partecipato i medici della Brigada Henry Reeve, i medici e paramedici italiani, i pazienti dello stesso ospedale e le loro famiglie, le imprese che ci hanno sostenuto e le istituzioni. Questo è stato seguito da altri momenti che abbiamo organizzato, come la bellissima proiezione sulla Mole Antonelliana di quel “Grazie Cuba” e la cittadinanza onoraria in Consiglio Comunale al Capo della Brigada Medica Internazionalista al Dottor Julio Guerra Izquierdo, che per noi ha avuto un significato politico straordinario. Julio è il primo cubano cittadino onorario di una grande città italiana a suggellare il rapporto fra Torino e Cuba. Se pensiamo che tutto era cominciato con la possibilità che un simile onore venisse dato alla “prezzolata dissidente” Sanchez per noi è un risultato importantissimo.




5) Come funziona la vendita, ossia chi sono i potenziali clienti e che ne fate dei ricavi?, poiché so che siete un'associazione non a scopo di lucro. Quali sono gli ostacoli maggiori che incontrate nel percorso d'importazione dei prodotti cubani e vendita in Italia?

Il canale Sano Giusto e solidale è sostanzialmente un gruppo di vendita solidale che segue alcuni criteri fondamentali: prima di tutto non c'è nessuno scopo di lucro. Tu mi chiedi cosa ne facciamo dei ricavi. A parte che in questi primi mesi in realtà il progetto non ha ancora un margine in attivo, perché i costi per il suo startup e soprattutto i costi per la logistica in tempo di Covid sono quelli che sono. In prospettiva però tutto il ricavato di Sano Giusto e Solidale verrà dedicato al canale di sviluppo dei prodotti, a continuare a farli crescere e all'attività di solidarietà. È quindi tanto legalmente che sostanzialmente un'attività non commerciale senza scopo di lucro. Ai punti di distribuzione (le associazioni sul territorio) viene lasciato fra il 15 e il 20% del valore del prodotto, che è assolutamente più basso di qualunque distributore normale, ma sopratutto queste risorse sono vincolate ad iniziative e progetti di solidarietà con Cuba e di appoggio alla comunità dei cubani residenti in Italia. In altre parole, si tratta di un canale che finanzia i produttori all'origine, finanzia Cuba e la sua Rivoluzione e poi finanzia gli amici di Cuba e i loro progetti in solidarietà con il paese. Questo è lo scopo di Sano Giusto e Solidale. L'obiettivo è che i prodotti arrivino ai simpatizzanti, agli amici di Cuba, ai cubani residenti, a un prezzo che sia competitivo non con altri prodotti cubani che non ci sono, ma con prodotti simili presenti nella grande distribuzione. Questo non è banale, perché quegli altri sono prodotti che hanno dei volumi enormi. Non vogliamo che siano prodotti di elite cioè destinati soltanto a chi ha soldi e neanche questo non è facile: sai quando tu crei il primo cioccolato cubano del mercato e lo fai con un artigiano come Davide Appendino, che è uno dei cioccolatai artigianali più apprezzati di Torino e ti rendi conto che nel canale Sano Giusto e Solidale il cioccolato è in vendita alla metà del prezzo che lui pratica nel suo Shop, capisci tutto lo sforzo che c'è dietro nel cercare di fare dei prodotti belli buoni sani e giusti e possibilmente a prezzi competitivi. Poi c'è tutta una logistica in questa cosa che è bellissima. Ci sono tantissimi compagni in tutta Italia che si sono messi a disposizione, a cui va comunque un aiuto dal prodotto perché possano finanziare le attività sul territorio. Poi c'è questa bellissima straordinaria solidarietà di tantissimi pezzi della comunità cubana residente, che hanno veramente voluto dire: “questa è la nostra Cuba, la difendiamo”. Per questo siamo convinti che SanoGiusto e Solidale possa continuare a crescere, continuare a moltiplicare i punti di distribuzione, continuare a diffondersi.Inoltre SanoGiusto e Solidale è uno spazio “protetto” per far crescere la marca dei prodotti CubaTierraLibre che speriamo presto possa con molti prodotti entrare in canali di distribuzione piu tradizionali garantendo risultati sempre più importanti agli esportatori cubani e a tutti noi che la sviluppiamo. Questo non è facile bensì richiede sforzi continui e ricerca delle soluzioni più adeguate. Cuba è molto lontana e la logistica è molto cara e ha un deficit rilevante sul Packaging, perché gli imballaggi sono prodotti all’estero e spesso sono cose che devono essere importate a Cuba per poi a sua volta riesportare i prodotti. Cuba soffre appunto questo blocco degli Stati Uniti per cui è difficilissimo finanziare un contratto, è difficile avere credito. Cuba e le sue imprese resistono a condizione dovute al Bloqueo che per qualunque impresa di qualunque paese determinerebbero la morte della stessa. Quindi quando uno dice che le imprese cubane sono in parte inefficienti, dice una cosa inesatta, perché la verità è che, considerato tutto ciò, le imprese cubane sono molto efficienti cioè sono molto resilienti e ciò non è banale. Noi vogliamo svolgere un azione di stimolo, di creazione d'opportunità e non ci dobbiamo arrendere, dobbiamo essere creativi e fantasiosi, determinati perché sono tutte caratteristiche che Cuba ha, ed è un patrimonio diffuso, non soltanto concentrato nelle mani delle imprese dello stato ma di tutto il suo popolo che è l'oggetto e il soggetto della rivoluzione cubana. Quindi tutto nasce così, nasce dall'idea di provare a garantire uno sbocco alternativo per alcune delle primizie di Cuba: la frutta fresca, il miele straordinario, lo zucchero biologico fair Trade che è un altro un’altro prodotto meraviglioso, il caffè, il cacao. Inoltre in questo momento l’interscambio si è ridotto per il covid e la logistica tanto navale ma sopratutto aerea è contratta ed è cara. Ma ciò non ci può far arrendere, abbiamo la responsabilità di essere i primi a presentare molti dei prodotti cubani in Italia e in Europa avendo una marca dedicata a Cuba, non possiamo non fare dei prodotti belli che risaltino l’eccellenza che è in loro. Ci proviamo con tutti i nostri sforzi e quindi abbiamo fatto un lavoro specifico d'immagine, di presentazione e di relazione di racconto su questi prodotti. Per tutto questo in ufficio, ci sono ragazze e ragazzi a lavorare tutto il giorno e a rompersi la testa per vedere come si fanno queste cose.




6) Qual'è il tuo desiderio più grande e quale augurio fai alla Rivoluzione ed al Popolo Cubano?

Il desiderio più grande e l'augurio che faccio alla Rivoluzione, e al popolo cubano è quello di potersi liberare dal blocco economico. Auguro al popolo cubano di poter continuare con la sua rivoluzione, di poterlo fare senza doverne pagare un prezzo così assurdo e violento, di poter togliersi l'ansia rispetto al futuro dei propri figli, quindi di poter avere uno grande sviluppo economico oltre allo straordinario sviluppo sociale politico culturale e scientifico già raggiunto. Tutto questo si ottiene facendo cadere il muro del blocco. Il muro del blocco può cadere perché a un certo punto un grande processo lo fà saltare ma io credo che il blocco si fa cadere anche togliendo ogni giorno mattoncino per mattoncino. Le cose si possono fare dimostrando che Cuba è un paese straordinario, con una risorsa incredibilmente e infinita: un popolo di persone creative e preparate, rivoluzionarie e fideliste. L'augurio è quello di realizzare insieme i nostri sogni!.


Intervista di Federica Cresci



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