INTERVISTA A CLARA STATELLO

COORDINAMENTO UCRAINA ANTIFASCISTA

di

Cuba Mambi’ Gruppo di Azione Internazionalista

a cura di Federica Cresci





Parlaci del Coordinamento ucraina antifascista: quando e dove nasce, da chi è composto e quali sono le sue attività.

Nel giugno del 2016 tutti i comitati e collettivi, che da due anni si erano mobilitati per sostenere gli antifascisti ucraini e i resistenti delle Repubbliche popolari del Donbass, si sono riuniti a Roma per dotarsi di uno strumento per coordinare la propria attività a livello territoriale in Italia e internazionale. Siamo militanti comunisti e antifascisti di varia provenienza, abbiamo deciso di mobilitarci direttamente per sopperire al vuoto lasciato dai partiti politici di sinistra, che non hanno mai preso una posizione coraggiosa sul colpo di Stato Euromaidan, sulle persecuzioni politiche in Ucraina e sul riconoscimento delle repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk. Nel corso degli anni abbiamo organizzato attività di solidarietà militante, campagne di aiuti umanitari e controinformazione. Adesso siamo in prima linea per far emergere una verità ignorata dal 2014: la guerra di Kiev contro il popolo delle repubbliche popolari condotta dai battaglioni neonazisti supportati ed addestrati da USA, Gran Bretagna, UE e Canada.

Clara esattamente di cosa ti occupi in questo coordinamento.

Per il coordinamento sono stata in Donbass come osservatrice internazionale alle elezioni primarie della LNR nel 2016. Dopo di ciò ho cercato di portare la mia esperienza e testimonianza in Italia con iniziative e campagne di controinformazione.

Che rapporti avete con il popolo ucraino e le sue istituzioni?

Al nostro interno ci sono diversi cittadini russi, ucraini e novorussi, pertanto possiamo dire di avere un rapporto diretto con i popoli di quelle terre. Abbiamo inoltre contatti con i comunisti e i sindacati, che sosteniamo nella loro resistenza contro il nazismo di Kiev.

In questo momento di guerra, qual è la vostra posizione? Che pensate?

Credo di parlare a nome di tutti i compagni, i comitati e i collettivi del Coordinamento Ucraina Antifascista se dico che la nostra posizione è esattamente all'opposto di quella di Washington, che viene ripetuta in maniera ossessivo-compulsiva dai giornalisti addomesticati italiani.

Io credo che sia l'amministrazione Biden a gettare benzina su questa guerra fratricida, e mi riferisco in particolare ad Antony Blinken. Noi siamo assolutamente favorevoli ad una descalation militare ed al disarmo globale, vogliamo scongiurare la deflagrazione di un conflitto mondiale nucleare, riteniamo che il neonazismo ucraino tenga in ostaggio i tanti popoli che vivono in Ucraina e che sia un'enorme minaccia per l'Europa, riconosciamo i referendum con cui Crimea e repubbliche popolari del Donbass hanno deciso per il proprio futuro nel maggio 2014, vogliamo giustizia per i crimini commessi dalla junta di Kiev in otto anni di regime. Dunque crediamo che l'Ucraina debba essere denazificata come lo fu la Germania nazista, non con la guerra ma con le armi della democrazia e della politica e che l'Italia, una repubblica fondata sulla resistenza antifascista, debba avere un ruolo in questo processo di civiltà e giustizia.

In questo momento difficile, la vostra solidarietà politica è anche materiale? E se si in che modo?

Noi promuoviamo e sosteniamo attivamente tutte le iniziative volte a portare nelle Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk aiuti umanitari per far sentire la nostra solidarietà ed il nostro supporto. I russi e i novorussi non hanno bisogno del nostro aiuto né di essere salvati, siamo noi antifascisti occidentali che abbiamo bisogno del loro esempio. Io credo che stiano lottando anche per il nostro futuro e per la nostra liberazione dall'imperialismo statunitense.

Avete visitato il Donbass, quante volte e in che occasioni?

Non so dirlo con esattezza, ma siamo stati diverse volte in Donbass, sia per iniziativa dei comitato sia come membri della Carovana Antifascista organizzata dalla Banda Bassotti, che non finirò mai di ringraziare per il ruolo politico centrale avuto in questi otto anni.

Quali sono le vostre impressioni? Che avete visto?

Abbiamo visto la guerra, abbiamo visto le falci e martello dal nostro lato del fronte e le bandiere con la svastica dall'altro lato. Abbiamo visto un popolo che resiste al nazismo nelle stesse terre dove negli anni quaranta i sovietici scrissero con il loro sangue la storia della liberazione del mondo dalla peste bruna. Adesso che gli Usa hanno fatto risorgere il sole nero nel cuore dell'Europa, per estendere la Nato sino ai confini della Russia, quei popoli lottano con la stessa consapevolezza e lo stesso spirito antifascista e progressista dei loro nonni e bisnonni.

Qual è la cosa più urgente e più importante da dover denunciare in questo momento?

Senza alcun dubbio la cosa più urgente è scongiurare la terza guerra mondiale. Per questo bisogna dire basta all'invio di armi in Ucraina, basta alla propaganda di guerra ed ai partiti politici che la promuovono, bisogna riportare al centro l'internazionalismo e la fratellanza fra tutti i popoli. Per questo bisogna dire basta alla Nato, ai nostri governi totalmente sottomessi  alla Casa Bianca ed ai neonazisti ucraini, che sono in definitiva il tallone di ferro dell'imperialismo in Europa.

Cosa ti aspetti del futuro, cosa pensi che possa accadere non solo nel futuro dell’Ucraina e del Donbass, ma dell’Europa completa.

Penso che la Russia stia combattendo per un mondo multipolare e per mantenere l'esito della seconda guerra mondiale.  Questa è la nostra stessa lotta e di quanti ancora sognano un mondo migliore possibile. Se dovesse perdere, perderà la democrazia e la sovranità dei popoli che verranno soggiogati dall'unilateralismo atlantico, ovvero all'egemonia degli USA su tutti i Paesi del mondo. Se dovesse perdere verrà sdoganato il nazismo e messo al bando l'antifascismo, in sintesi verranno “ucrainizzate” l'Ue e l'Italia. Questo è ciò che dovrebbero capire tutte le forze progressiste europee, questa non è una lotta che possiamo perdere, questa è una lotta per la nostra stessa sopravvivenza. Se la perderemo, quello che è stato fatto agli antifascisti ucraini verrà fatto a noi antifascisti di tutta Europa.

 

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